INTERVISTA A STEF BURNS
Intervista imperdibile per tutti gli amanti del grande rock e delle sei corde!
MELODY LANE: Stef il tuo ultimo album solista “Roots&Wings” è uscito nel 2014, ha quindi tre anni. Volevamo chiederti, visto che ultimamente sei stato sempre in tour, con Vasco e con Huey Lewis & The News, hai trovato del tempo per pensare al tuo prossimo album solista e di comporre nuovi brani?
STEF BURNS: Davvero? Sono già passati tre anni dall’uscita di “Roots&Wings”?...Mamma mia, il tempo vola!...A parte gli scherzi…Ho un po’ di idee da parte su cui sto lavorando e che devo continuare a sviluppare, poi sto lavorando ad un progetto nuovo, con un altro gruppo, che sarà molto hard rock, e poi c’è la Stef Burns League…Diciamo che molte cose bollono in pentola ma ancora devo capire bene quale sarà il prossimo passo…
MELODY LANE: “Roots&Wings”, puoi spiegarci il significato e il ‘concept’ dietro il titolo dell’album?
STEF BURNS: “Roots&Wings” è una frase che mi disse mio padre, è una frase antica…Uno nella vita vuole fare tante cose, ma per farle bisogna avere delle basi solide…Prima di saltare su un palco, bisogna lavorare tanto e provare…Se vuoi diventare dottore, devi andare a scuola e studiare…Nella vita non si può andare solo avanti, bisogna stare coi piedi per terra, “grounded”… Solo avendo radici solide si può pensare di mettere le ali e volare…
MELODY LANE: Parlando del processo creativo della tua musica, per te che sei sempre in giro per il mondo con vari tour…Come componi solitamente e dove trovi l’ispirazione…
STEF BURNS: Di solito tutto comincia con la musica, con una frase di chitarra…Poi comincio a canticchiarci sopra qualcosa, senza significato, giusto il suono della voce e pian piano la canzone prede vita… Ma ognuno ha un modo diverso di comporre. Tanti, a differenza di quello che faccio io, partono invece da un testo, o da dei versi, e ci costruiscono sopra il pezzo…A dirla tutta, a volte mi è capitato anche di iniziare la composizione di un brano semplicemente partendo da due parole che suonano bene insieme, senza pensare troppo al significato, giusto due parole che hanno musicalità e che stanno bene insieme…e speri che alla fine abbiano senso! E’ questione di suono delle parole, ma non è affatto semplice. Se pensi a Bob Dylan o ad un altro grande come John Lennon, è proprio questione di saper giocare con le parole…Io non sono bravo con le parole, a volte ci provo, la trovo una sfida molto bella, ma mi trovo molto più a mio agio con la chitarra!
MELODY LANE: Stasera con la tua band inizi l’ultima parte dell’ Italian Job Tour… Da tuo fan ho una grande curiosità: è più difficile suonare l’assolo de GLI ANGELI di fronte a 200mila persone o suonare la tua musica, in club più piccoli, dove però sei contemporaneamente front-man, cantante, chitarrista e responsabile della direzione artistica della serata? In quale circostanza senti più pressione o responsabilità?
STEF BURNS: Ah bella domanda! Beh sono situazioni diverse…Quando sono con la mia band ho un po’ d’ansia, perché devo pensare a mille cose: alla voce, alla chitarra, al soundcheck , insomma è molto impegnativo…Solitamente comincio a tranquillizzarmi dopo la quinta data del tour, quando tutti i particolari sono sistemati e tutto è settato al meglio, allora inizio a rilassarmi. Si, diciamo che in genere dalla quinta data in poi va tutto liscio…Invece con Vasco è diverso, perché non devo pensare a tutte queste cose, e dopo tre settimane di prove, quando salgo sul palco, sono tranquillo. C’è molta adrenalina, ma non c’è paura o ansia…
MELODY LANE:Molti followers e lettori di Melody Lane sono fans di hard rock ed heavy metal, quindi la domanda che segue è d’obbligo per noi…Hai fatto parte della Alice Cooper band dal 1991 al 1996, suonando con Alice in tutto il mondo e soprattutto incidendo con lui due album fantastici, due capolavori assoluti: HeyStoopid (1991) e The Last Temptation (1994) …Come hai conosciuto Alice Cooper e come sei venuto in contatto con lui? Da qualche parte ho letto che è stato merito di JoeSatriani, è vero?
STEF BURNS: Beh si, diciamo di si…E’ andata così: Bob Pfeifer,all’epoca era A&R per la Epic Records, la casa discografica di Alice Cooper. Bob conosceva JoeSatrianiperché avevano lavorato insieme, così lo chiamò dicendogli che Alice Cooper aveva bisogno di un chitarrista e se aveva qualcuno da consigliarli. Joe all’epoca viveva a San Francisco come me, eravamo amici,e gli diede il mio numero. Poco tempo dopo Bob Pfeifer mi chiamò e mi chiese di inviargli qualcosa da fargli ascoltare. All’epoca non c’erano le email, o le chiavette usb o i dvd, così registrai una cassetta e gliela spedii.Gli inviai alcuni pezzi dei gruppi in cui suonavo all’epoca, gli Y&T e i THE V.U. , band in cui suonavano con Ross Valory e Prarier Prince dei Journey. Bob ascoltò la mia registrazione e disse subito ok, così grazie a JoeSatriani stavo lavorando con Alice Cooper.
MELODY LANE: Parlando delle tue influenze musicali e dei tuoi chitarristi preferiti, hai più volte ribadito che Jeff Beck e Jimi Hendrix sono stati importantissimi per te…Ma fra i chitarristi attuali, o fra le nuove band, c’è qualcuno che ti interessa o che ti ha colpito particolarmente nel panorama mondiale?
STEF BURNS: Sai che n’è uno che fa paura…ed è un ragazzo italiano. Si chiama Matteo Mancuso, è un ragazzo siciliano, andate a scoprirlo su Youtube. E’ un alieno, viene da un altro pianeta!E’ fantastico. A livello mondiale chi mi piace tantissimo è Guthrie Govan, è un grande, e poi sempre Jeff Beck. Jeff ancora va alla grande, sempre meglio, nonostante l’età…E’ un maestro. E poi tra i miei preferiti continuano ad esserci Steve Vai, Steve Morse e Steve Lukather…
MELODY LANE: Per concludere…Ero presente al Centralino del Tennis nel 2004, quando durante il concerto del G3 – “Il Guitar Trio”, all’epoca composto da Joe Satriani, Steve Vai e il mitico Robert Fripp, sei salito sul palco invitato proprio da Joe…Che ricordi hai di quel concerto?
STEF BURNS: Ah…E’ stato spettacolare!... Ecco lì è stato difficile, in quell’occasione ho avuto paura…Ricordo che la prima cosa che mi sono detto è stata: “Stef non suonare veloce!”…Perché con Vai, Satriani e Fripp non si può competere…anche se non sono solo veloci, dei semplici shredders, sono dei chitarristi fantastici che hanno un grande gusto e feeling. Nel finale abbiamo suonato Rockin’ in the free world, ho cercato di essere me stesso e di suonare secondo il mio stile e la mia personalità…E’ stata un’esperienza fantastica…Ricordo che avevo dolore agli zigomi, perché mi sforzavo di ridere sul palco ma in realtà ero tesissimo…
MELODY LANE: Quest’anno ad aprile il G3 sarà di nuovo a Roma,con Satriani questa volta ci sarà John Petrucci dei Dream Theater…Chissà potresti ripetere l’esperienza del 2004
STEF BURNS: Oh John Petrucci è un altro grande! Sarebbe fantastico, ma non so, perché ad aprile dovrei essere in America…vedremo…
Ringraziamo Stef per la sua enorme disponibilità!