HANGARVAIN ROOTS AND RETURNS

HANGARVAIN – ROOTS AND RETURNS (Volcano records, 2018)

La band partenopea raggiunge la completa maturità artistica con un album potente e carico di groove

Genere: Hard Blues, Heavy Rock

 

Voto: 9/10

Ci sono classici intoccabili, brani che vanno maneggiati con la cura ed il timore che solo le autentiche icone culturali sanno ispirare. Prendiamo ad esempio I Heard It Through the Grapevine, capolavoro della musica soul portato al successo nel 1968 da Marvin Gaye: il singolo di maggior vendita nell’intera storia della Motown, 80° posto nella classifica delle 500 migliori canzoni di sempre stilata dalla storica rivista Rolling Stone. Di un tale monumento sonoro è già difficile proporre una cover che sia all’altezza. Figurarsi poi un riarrangiamento in chiave heavy rock: un suicidio. A meno che… A meno che non siate gli Hangarvain. Roots and Returns, uscito nella primavera del 2018 a due anni di distanza dal già ottimo Freaks, segna per la band partenopea il raggiungimento della completa maturità artistica: sei tracce (l’ultima delle quali, appunto, è la stratosferica cover del classico Motown) secche, essenziali, potenti e senza compromessi. Un album che non deve niente a nessuno, un sound che si è affrancato dagli iniziali modelli di riferimento, un disco che non si può definire Blues Rock né Southern Rock ma solo Hangarvain al 100%. Le sciabolate della chitarra di Alessandro Liccardo introducono la title-track, pezzo che ti si attacca subito alla base del cranio con il suo incedere al limite tra il funk e l’hard rock. Un groove irresistibile sostenuto da una sezione ritmica di potenza inaudita: Francesco Sacco al basso e Mirkko De Maio alla batteria pestano duro e non fanno sconti a nessuno. Ascoltateli in The River, oppure nella tiratissima Give Me an Answer. Selvaggia precisione, furia controllata, ma anche quel qualcosa di ineffabile, quel suonare leggermente a volte indietro a volte avanti rispetto al brano che dà al tutto un tocco squisitamente bluesy. Blues che il cantante Sergio Toledo Mosca deve aver bevuto da piccolo col latte della colazione: la sua voce melodica e incisiva ma dal tono piacevolmente nasale sembra arrivare dritta dritta da un ansa del Mississippi, Love is Calling Out mi è testimone. Non si può del resto affrontare I Heard It Through the Grapevine senza una voce di presenza, e qui ci riagganciamo all’incipit. La cover con cui i nostri hanno deciso di chiudere un lavoro di qualità decisamente ineccepibile è una bomba atomica: se riuscite a resistere all’urgenza di ascoltarla ad un volume spaccacasse scuotendo la testa come dei forsennati in preda a convulsioni vuol dire che oramai nelle vene vi scorre l’acqua ragazzi, fatevelo dire. In tal caso il dottore vi prescrive Roots and Returns degli Hangarvain: tre ascolti al dì, vedrete che tornerete i selvaggi rockers di una volta in un attimo.

 

TRACKLIST:

1) Roots and Returns

2) Apple Body

3) Love is Calling Out

4) Give Me an Answer

5) The River

6) I Heard It Through the Grapevine

 

Line-up:

Sergio Toledo Mosca – Vocals

Alessandro Liccardo – Guitar

Francesco Sacco – Bass

Mirkko De Maio – Drums

 

Sul web: https://www.facebook.com/HangarvainOfficial/

Articolo di: Karl Eisenmann